Traffico illecito di rifiuti, 20 indagati tra Catanzaro e Crotone

2' di lettura 15/06/2023 - I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro, con il supporto dei reparti territoriali dei Comandi provinciali di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone, Matera e Siracusa, hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 20 persone indagate a vario titolo per traffico illecito di rifiuti.

Per 6 indagati è stata adottata la misura cautelare degli arresti domiciliari, per 10 indagati quella dell’obbligo di dimora e per 4 quella del divieto temporaneo di esercitare attività di impresa nel settore ambientale e a ricoprire qualunque carica all’interno delle società del settore ambientale. Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, di un complesso immobiliare a destinazione industriale di una società con sede a Curinga, di due impianti di recupero e trattamento rifiuti di Amaroni e Cotronei e 17 automezzi.

L'indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, è nata dalle attività del comparto centrale dei Carabinieri Tutela dell’Ambiente e della Transizione Ecologica, volte a individuare le ipotizzate illecite ingerenze nei flussi di investimento pubblico previsti dalla missione 2 del PNRR “rivoluzione verde e transizione ecologica”.

Gli investigatori avrebbero scoperto un articolato traffico illecito di rifiuti, riconducibile a tre società della provincia di Catanzaro e di Crotone, consistente nel trasporto di rifiuti della frazione organica provenienti dalla raccolta differenziata di comuni calabresi e siciliani, con riguardo a fanghi da depurazione provenienti da impianti comunali calabresi, e altre tipologie di rifiuti compresi materiali misti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, e il successivo stoccaggio presso le sedi o gli impianti delle società.

Ciò allo scopo di ridurre il numero dei trasporti verso gli impianti di destinazione finale, caricando fino alla massima capienza gli automezzi, anche miscelando tipologie di rifiuto diverso, e, quindi, abbattere i costi connessi al servizio. La movimentazione dei rifiuti sarebbe avvenuta attestando falsamente la ricezione e l’invio a trattamento di ingenti carichi di rifiuti di cui si sarebbe fatta perdere la tracciabilità: i rifiuti venivano bruciati e distrutti o interrati in impianti adibiti a discariche abusive.






Questo è un articolo pubblicato il 15-06-2023 alle 11:21 sul giornale del 16 giugno 2023 - 32 letture

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